Non appena i primi tepori primaverili scaldano le giornate sembra quasi un obbligo cimentarsi in avventure di pesca classica con la canna fissa.
L'obiettivo non può che essere la regina dei laghi la "Carpa". Così organizzato tutto col compagno di sempre si parte alle volte di Villarosa, Diga Morello (EN).E' un'alba tiepida con nuvole rade che fa presagire una mattinata torrida. Sono le 07.00 il lago è di una calma disarmante, nel silenzio bisbigliamo per decidere il luogo di pesca, l'acqua è scesa di livello di diversi metri e questo ci lascia sorpresi.Trovata la postazione inizia il rito: l'attrezzatura è la solita,2 canne fisse telescopiche una 9 mt ed un'altra 7 mt; all'occorrenza una bolognese con un galleggiante di pochi grammi, varie cassettine, una nassa molto grande,un guadino, i viveri le esche ed altro utile al caso.A maggio l'acqua è ancora fredda quindi sappiamo che i nostri avversari saranno si affamati ma anche diffidenti . La temperatura dell'acqua ci aiuta evitando di essere assaliti da piccoli pesci. Le esche sono due:il mais, che domina nella pesca alla carpa e piccole pastelle di pane con briciole di mais e ...un tocco segreto! La tecnica usata è quella della pesca a fondo;una lenza madre dello 0.30 ed un finale dello 0.18, con un amo da carpa (quindi curvatura larga e continua) ad occhiello del n°9 colore nero, il piombo, calibrato per la canna, a pera rovesciata di 10 gr.Inizia l'attesa; qualche tuffo ci avverte della presenza di esemplari di oltre 4 kg, che accennano un risveglio. Le abboccate sono poche e soprattutto di pesci gatto di dimensioni apprezzabili, forse abbiamo sopravvalutato il riscaldarsi dell'acqua...in fondo l'inverno è stato rigido.Ma ecco finalmente una toccata decisa, la ferrata è pronta, sono le 08.20,la canna vibra e si piega vigorosa, ma il pesce è saldamente attaccato,l'attrezzatura sembra reggere, ma forse è al limite della rottura.Inizia la lotta, cerco di mantenere la calma e di non fare prendere l'iniziativa al pesce.