Capita sovente di fare confusione tra il totano ed il calamaro, ma per noi Siculi non ci sono dubbi… I nostri avi si dedicavano alla pesca di questo strano essere che sale dagli abissi, ma benché questa cattura sia di grandissimo pregio si tende sempre più ad abbandonare questa pesca, specie quella con la tecnica tradizionale. Spinti da un inguaribile senso di nostalgia, ricordando quando da ragazzini provammo la prima emozione nell’uscire in barca di notte, in onore della tradizione abbiamo voluto trattare l’argomento con un grande appassionato di questa tecnica, il Dottor Letterio Nicotra, il quale quando non è impegnato nel suo lavoro di Geologo è disposto ad affrontare il mare anche nei mesi freddi per vivere l’azione. Grazie all’esperienza ed alla perizia tecnica del nostro amico Letterio, che potete ammirare con il bottino nelle pagine delle catture, vorremmo dare un input essenziale anche per chi volesse affacciarsi per la prima volta alla pesca notturna del totano, che ripagherà ampiamente i piccoli sacrifici richiesti.
Gli ambienti di pesca
Tratti di mare con fondali non rocciosi sulla fascia batimetria che va da 40-80 metri. Il totano, come il calamaro, entra in attività nel tardo pomeriggio fino a poco prima dell’alba, quindi è bene trascorrere tutte queste ore in mare nella maggior sicurezza possibile.
La scelta del tratto e del periodo
I punti da preferire sono quelli non troppo lontani dalle coste, ma non sempre è possibile scegliere. Le nostre escursioni sono riferite al tratto di Mare Tirreno tra le Isole Eolie e la costa siciliana antistante, dove le distanze da terra sono considerevoli. Per quanto riguarda il periodo è bene affrontare la battuta di pesca con la Luna nuova o al massimo al primo quarto, da Novembre a Marzo tra i 30-40 metri, da Aprile a Ottobre tra i 40-80 metri.
L' azione di pesca
Si cala la lenza sino a toccare il fondo, la si recupera poi dai 5 ai 15 metri per cercare di determinare la profondità di pesca più redditizia (raccomandiamo di segnare con un pezzo di spago colorato la lenza madre). Stabilita la profondità alla quale si trovano temporaneamente i totani, dopo averne catturato qualcuno avendo sentito un considerevole appesantimento sulla lenza, continuate ad imprimerle un movimento lento e cadenzato verso l’alto e poi lasciatela nuovamente scendere. Questo saliscendi spingerà i totani ad afferrare ancora la nostra totanara, così dopo uno strappo deciso potremo issarli ad uno ad uno in barca, recuperando con ritmo veloce e costante, ed è fatta.
Le esche
L’ acciuga spinata ed avvolta con la polpa verso l’esterno fissata alla totanara con un filo di cotone bianco rappresenta il massimo (provate anche con un filetto di lardo).
Le prede
I cefalopodi catturabili sono per chi non l’avesse ancora capito soltanto calamari e totani, i quali arrivando in barca col sifone pieno vi spruzzeranno addosso un mix di inchiostro ed acqua, non abbiate paura se mentre ritirate il totano sentite ancora più pesante, poiché uno ancora più grosso potrebbe averlo afferrato!!! Per chi volesse saperne di più sui nostri scortesi amici può approfondire sulle pagine ”pesci”.
Le attrezzature
Pratiche ed eccellenti sono le numerose tipologie di artificiali che da anni sono disponibili sul mercato, ma in omaggio alla tradizione vogliamo consigliare la famosa totanara piombata con 150-200 gr, con due consecutivi ciuffi di ami robusti e senza ardiglione, dotata di catturante mini lampadina interna. Il tutto viene legato ad un filo di diametro 0,50-0,80 mm, avvolto su una tavoletta di sughero o di legno di circa 30 cm.